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Mamma me lo compri?


Sta per arrivare Natale e questo sancisce il periodo più frenetico per gli acquisti inutili. Dal punto di vista del mercato è la manna da cielo. Quello che la crisi ha negato durante l'anno si ripercuote nell'ultimo mese di isteria generale, dettato dalla corsa all'ultimo regalo. I principali settori di vendita come ormai sappiamo da tempo sono quello tecnologico e ludico per soddisfare gli adulti sempre più bisognosi di mezzi comunicativi e di condivisione, e i bambini che imbottiamo di giocattoli per farli fuggire dalla realtà o per semplice capriccio.

Per adesso prenderò in considerazione solo il mercato dei bambini che da anni è diventato il mezzo migliore per arrivare alle tasche dei genitori, gli unici che possono spendere.

Questa riflessione che andrò a fare con voi, nasce dall'esigenza di avere una risposta reale riguardo la “questione giocattoli” e il tipo di comunicazione che gli gira intorno.

Arriverò al dunque mostrandovi ciò che ha suscitato la mia curiosità al riguardo, cioè questo “giocattolo” che è...un mocio Vileda.

Dalle foto sembra identico a quello originale molto più grande, ma in realtà è in miniatura.

Di fronte a questo oggetto il parere non può che dividersi. Da una parte ci saranno persone che lo trovano un gioco tutto sommato carino e simpatico dato che rappresenta un bel modo per avvicinare il bambino ai compiti tipici che vede svolgere alla madre e che magari sia anche educativo dal momento che apprende l'importanza dell'ordine.

Altri grideranno alla bestemmia considerandolo un stereotipo per piccole donne casalinghe costrette ad imparare già da piccole il loro ruolo in casa.

La verità sta nel mezzo ed è ben più semplice. Questo è un mocio Vileda in miniatura e l'unica persona che comprerà questo oggetto è la madre per il proprio figlio/a.

Questo è un mocio Vileda perché c'è il suo marchio sul secchio.

Questo è uno straccio con un secchio.

Uno straccio ed un secchio sono un giocattolo?

Tralasciando la questione brand Vileda (che non ha deciso di creare il gioco ma ne dà solo la licenza ad una seconda ditta) che personalmente non apprezzo ma che gli fa chiaramente vendere un numero di pezzi maggiore, voglio passare ad una questione etica.

Quanto è importante per un gioco che sia educativo rispetto al semplice divertimento o alla similitudine a qualcosa del mondo dei grandi?

Nonostante non sia la domanda del secolo, questo interrogativo è tornato molte volte nella mia mente perché non capivo la presenza in un oggetto simile su uno scaffale per bambini ma anche la presenza di tanti giocattoli colorati e affascinanti, ma vuoti in fin dei conti. Voglio fare un passo indietro con voi per poter vedere da un punto di vista differente questo argomento a mio parere estremamente importante ma sempre troppo sottovalutato: EDUCAZIONE.

Educare un bambino attraverso il gioco è il regalo più grande che un genitore possa fare per i propri figli. È un modo per prendersi cura del proprio futuro e non è freddo o arido dire che i bambini sono il nostro investimento per l'avvenire perché è la realtà. Senza di loro e senza le capacità che apprenderanno, noi saremo persi e destinati all'ignoranza.

Quanto è terribilmente importate educare e spendere tempo prezioso con i propri figli? Troppo forse. Le condizioni in cui viviamo ora, ci costringono a tempi stretti divisi fra molto lavoro e poco tempo libero, di conseguenza sacrifichiamo lo spazio da dedicare a noi stessi oltre che ai nostri figli.

È una condizione che ormai conosciamo, ma a volte bastano piccoli accorgimenti per non mandare alla deriva una mente brillante e curiosa come quella dei bambini.

La mia indignazione e rifiuto per giochi banali nasce dal desiderio sbagliato o forse troppo avventato di un genitore di prendere qualcosa che lui ritiene carino e simpatico per suo figlio. Il bambino emula come una spugna qualsiasi cosa che il genitore fa ed è più che normale che se vede la propria madre o padre spazzare voglia farlo anche lui, come l'ho fatto anche io da piccola, ma non è per il gioco o perché lo ritenga divertente per se stesso ma è per soddisfare un bisogno di appagamento ricevendo approvazione dal genitore.

Il desiderare approvazione può essere educativo? Non sono una psicologa quindi non prendete per certa ogni mia supposizione, baso ciò che dico su una questione di marketing e sul fatto di essere stata una bambina.

Questa è la domanda che mi pongo dopo aver sviscerato nel disgusto iniziale. So bene che esistono giochi simili, come lavatrici, piccoli ferri da stiro o aspirapolvere giocattolo, ma li trovo estremamente diversi da una “piccola cucina” o da un “kit di attrezzi”. Mentre i primi sono principalmente di emulazione questi ultimi si, emulano un mondo adulto ma di mezzo vi si insinua la curiosità e la creatività nel creare un torta, anche se spesso di fango o plastilina, o il desiderio di costruire anche se con martelli di plastica. Ci trovo più manipolazione della realtà. Il confine è labile ma comunque distinguibile.

Anche io sono stata bambina e mi venne regalata una scopetta. Ma ricordo come ieri che il mio piacere proveniva dall'aspetto di quella scopetta più che dal suo utilizzo emulato. Mi ricordo di averla amata per le setole gialle e per il tappino sempre giallo in cima al manico, ma ricordo anche bene che la usavo a mo' di remo dentro la vasca e non come scopetta. In molti direte: << Bè...basta che l'hai usata!>>.

Invece no, perché sapevo benissimo che era una scopetta ma non intendevo usarla come tale, perchè il mio cervello era già partito per avventure sconosciute. Oggi in sella al mio fido destriero, domani spada di Re artù.

Quello che mi infastidisce di questo oggetto è che venga venduto come giocattolo simpatico per emulare la madre ma il bambino non lo userà mai come straccio vero per pulire qualcosa (se non per 5 secondi) ma si inventerà modalità di uso completamente diverse. Dove sta il problema direte voi? Sta nel venderlo come giocattolo unico nel suo genere, quasi straordinario e cool, a genitori o persone che trovano appagante e carino vedere un bambino che lo imita. Gli studi hanno accertato che i bambini userebbero pure una vecchia ciabatta per giocare se ne avessero fantasia, ma se così fosse voi comprereste un ipotetico kit di ciabatte in miniatura perchè lo vedete sullo scaffale e pensate inconsciamente che sia un gioco?

Ok, questo discorso può sembrare davvero esagerato ma è importante per capire che non sempre è una questione di tempo da dedicare ai figli, ma piuttosto di qualità. I bambini non sono affatto stupidi e non serve rimpinzarli di giocattoli, purtroppo alle volte così banali, e per quanto possa essere carino che un bimbo imiti la madre nello spazzare, magari è meglio prendergli un gioco sempre emulativo ma che stimoli la sua creatività personale. ( sia chiaro nessuno vuole negare comunque al bambino di giocare con quello che preferisce ma fra una scopetta e un gioco più complesso il raziocinio dovrebbe farci scegliere la cosa più consona a lui) Un qualcosa che smuova delle corde più profonde, che lo porteranno a sviluppare delle passioni per costruire un futuro. Si diventa grandi da piccoli.

Per il resto sappiate che è sempre una questione di marketing. Una grande percentuale delle vendite è dovuta proprio al marchio prestigioso che lo rende un oggetto davvero carino perché miniaturizzato. E del resto all'inizio ne sono rimasta affascinata anche io. Ma non riuscirei mai a comprarlo ad un bambino, perché è un semplicissimo e banalissimo secchio con straccio.

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